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Nessuna scuola, nessun progetto, nessun piano. Solo impulsi.

Un'opera può essere pianificata, interpretata o essere lo spunto di una visione.

Non faccio riferimento a nessuna di queste idee: dipingere, creare in senso lato, é un'atto semi cosciente di cui non so il punto di arrivo.

Il punto di partenza é il bisogno di fare e quello di arrivo l'opera finita, a volte indecente, a volte migliore, ma comunque nata da un processo spontaneo che prende la sua direzione autonomamente.
Non c'é il minimo tentativo di portare la mano dove la ragione vuole.

L'unica forza imposta é la scelta del mezzo: carta o tavola, spatola o spray, olio od acrilico, legno o ferro. Una volta scelti i materiali il resto deve essere imprevisto ed impulsivo.

Allo spettatore chiedo di fare lo stesso nel guardare la mia opera; può piacere, la può odiare, non é questo l'importante. Lo scopo é di generare una reazione 'originale' ed immediata.

L'azione impulsiva vuole una reazione impulsiva.

 

 

 

© Daniele Tampellini - Vietata la riproduzione anche parziale - daniele@danieletampellini.it